venerdì 28 aprile 2017

Quando praticare Sri Murni?

In tutta sinceritá, se dovessi rispondere spontaneamente a questa domanda, mi verrebbe da dire "al mattino e al pomeriggio, tutte le volte che se ne ha la possibilitá", ma so che la maggior parte delle persone non ha questa disponibilitá di tempo.

Allora proviamo a definire alcune strategie e fasce orarie che ci possono permettere di praticare Sri Murni con efficacia.

Al Mattino, appena alzati
Se siete mattinieri, come il sottoscritto, vi conviene fissare un orario quotidiano per la pratica di almeno 15 minuti di Sri Murni.
Tenete conto che il corpo al mattino é piú freddo e soggetto a indolenzimenti, se non opportunamente riscaldato, per cui consiglio sempre di procedere per gradi, nell'esecuzione delle serie dei 13 sigilli.
Si potrebbe cominciare con almeno 2 serie eseguite in modalitá ultra lenta, appoggiando con cura e a fondo il piede per la percussione e facendo molta attenzione alla fluiditá e correttezza del movimento.
Mi raccomando a mentenere il focus sulla respirazione (tenendo il Kuncí) in modo da ossigenare bene il corpo durante l'esecuzione dei vari sigilli: inspirazione nel momento della preparazione alla percussione ed espirazione quando si appoggia il piede al suolo e si esegue il sigillo con la parte superiore del corpo.

Dopo almeno 2 serie svolte in questo modo, potete procedere anche a fare una coppia di serie in modalitá flow, per sciogliere ulteriormente il corpo e rendere ancora di piú il movimento fluido, cosí anche da percepire meglio il flusso di energia che scorre dal basso fin sopra alla testa.

Solo dopo potete eseguire con abbastanza tranquillitá una coppia di serie con vigorose percussioni e movimenti decisi, oppure allenarvi sul tono muscolare e procedere a coppie di serie eseguite secondo i principi della ginnastica isotonica. (ne trovate una spiegazione in questo post: http://ift.tt/2oTUtwa )

Al pomeriggio
Nel pomeriggio il nostro corpo ha giá lavorato per alcune ore e quindi possiamo procedere con una progresione piú stretta verso un'esecuzione delle serie dei 13 sigilli piú vigorosa e percussiva, anche se in qualunque sessione possiamo concentrarci su un aspetto particolare della pratica dello Sri Murni.

Un'interessante variante che vi propongo é quella di eseguire i 13 sigilli visualizzando costantemente la presenza di due corde, una appesa alla sommitá del nostro capo e una legata in vita che ci spinge verso il basso.

Immaginando queste due forze opposte che ci spingono verso due direzioni opposte, possiamo cosí eseguire ciascun sigillo in modalitá medio-lenta per concentrarci meglio sulla distensione della colonna vertebrale. In questo modo risulta piú facile sperimentare ondate di energia e di benessere che si dipartono dalle piante dei nostri piedi per arrivare fino alla testa.

Un minuto di getaran, al termine della sessione ci aiuterá a liberarci dalle tensioni eventualmente accumulate.

Alla sera
Lo Sri Murni praticato alla sera ci puó aiutare a fare pace con noi stessi, con la giornata appena trascorsa (nel caso ci fosse andato storto qualcosa) e ci consente di prepararci meglio alla fase del vero e proprio riposo.
In questo caso le ripetizioni delle serie saranno in modalitá ultra rallentata e, se possibile, ad occhi chiusi. Si puó anche accompagnare la sessione di Sri Murni con musica rilassante, a basso volume.
Si possono alternare serie eseguite in modalitá, lenta, ultra-lenta, ad occhi aperti, ad occhi chiusi, in modalitá flow, ecc. sempre peró evitando percussioni vigorose e colpi troppo violenti: non é la modalitá ideale per predisporci al riposo notturno.

E voi, quando ritenete piú adatto inserire nella vostra giornata una sessione di Sri Murni?
Scrivetelo nei commenti.

Buono Sri Murni a tutti
cyberpanc

 

venerdì 21 aprile 2017

Il mulino a vento e la resistenza al dolore

In diverse tradizioni di arti marziali orientali si insiste moltissimo sulla capacitá del praticante di saper resistere al dolore fisico.
Pensiamo solo alla lunghissima tradizione delle scuole di monaci Shaolin, con le loro pratiche e i loro allenamenti incredibili, volti a rendere i monaci capaci di sopportare il dolore fisico e, nel contempo, a rinforzare in maniera estrema tutte le giunture, i legamenti, i muscoli e ogni parte del corpo.
Il segreto sta sempre nel dominio della propria mente, nella capacitá di rendere il corpo, ma anche la mente forti e resistenti a qualsiasi sollecitazione esterna di carattere traumatico.

In questo articolo tratteró un argomento che puó apparire estraneo allo Sri Murni. Infatti, in piú occasioni il M.o Maltese ha sempre rimarcato che, nella pratica dello Sri Murni, ma anche in moltissime altre discipline fisiche, non bisogna mai andare nella direzione del dolore. Nel senso che se un muscolo o una parte del nostro corpo comincia a farci male, non dobbiamo insistere negli esercizi che hanno presumibilmente causato quel dolore: dobbiamo o cambiare modalitá (e questo capita di frequente nello Sri Murni) o cambiare esercizio o, addirittura, sospendere quel genere di esercizi per dare al corpo il tempo di recuperare.

Quindi i paragrafi precedenti potrebbero apparire in contrasto fra loro. Ma non é cosí.

In questo caso mi riferisco a una posizione  specifica dello yoga, il Mulino a vento.
Questa posizione rappresenta una sfida alla nostra capacitá di resistere al dolore fisico in quanto, pur nella sua semplicitá, richiede un impegno specifico e una determinazione incrollabile per permettere di ottenere buoni risultati.

Si tratta in definitiva di assume la posizione dell'uomo di Vitruvio di Leonardo, ovvero gambe divaricate, tronco ben allineato e perpendicolare al terreno con le braccia ben distese e aperte nelle due direzioni opposte e laterali al corpo. Le due braccia devono essere allineate con il terreno, quindi perfettamente orizzontali.
All'inizio si tratta di una posizione anche facile da assumere, ma il difficile viene dopo qualche minuto.
L'obiettivo é quello di mantenere la posizione per almeno 7 minuti.

All'inizio, quando si comincia a praticare il Mulino a vento, dopo i primi 3 minuti si comincia ad avvertire un diffuso dolore alle spalle o al trapezio, di tutte e due le spalle o anche solo di una. É a questo punto che entrano in gioco la mente e il respiro.
I maestri yoga consigliano di mantenere una respirazione toracica, ma ampia per massaggiare in definitiva l'intero gruppo muscolare interessato dal maggior sforzo, ma qui entra in gioco anche lo Sri Murni e, in particolare, la respirazione del Kunci.

Ho sperimentato in particolare l'efficacia del Kunci come base per mantenere la concentrazione focalizzata sul respiro e sull'energia che consentiva di continuare a mantenere la posizione per molti minuti.

Tante sono le tecniche mentali che possono aiutare a migliorare sempre piú i risultati nel mantenimento di questa posizione.
La mente svolge un ruolo importantissimo perché attraverso la direzione che prendono i nostri pensieri, possiamo o meno deviare la nostra attenzione dal dolore a qualcos'altro e resistere, di conseguenza, maggiormente.

Alcuni esempi:
- concentrarsi sulla respirazione e immaginare che a ogni inspirazione due mani invisibili ci aiutino sempre piú a sostenere in posizione orizzontale le nostre braccia;
- pregare a occhi chiusi. La preghiera, soprattutto se ripetitiva, aiuta a migliorare la concentrazione. In particolare se ci focalizziamo sul significato stesso delle parole e le pronunciamo mentalmente in modo lento, seguendo anche il flusso della respirazione, riusciamo a controllare in maniera piuttosto efficace tutte le contrazioni dei nostri muscoli;
- meditare su un elemento fisico, per esempio il mare, e, in particolare, sul flusso e riflusso delle onde sulla battigia. Visualizzare se stessi in un contesto e in una condizione di estrema pace e tranquillitá ci permette di far passare in secondo piano la geestionen della tensione muscolare che crescere sempre piú.

Altre tecniche sono possibili, ma lascio a ciascuno di voi la cura e l'attenzione di sperimentarle per verificarne la validitá. Ci tengo peró a sottolineare che questa sfida va colta con responsabilitá e buon senso (e qui torna fuori il discorso del M.o Maltese a proposito del non andare nella direzione del dolore): Quando si comincia ad avvertire che le braccia sono soggette a tremori sempre piú accentuati, si deve avere la determinazione di interrompere la posizione.

Come si termina l'esercizio?
Questa é la parte piú importante perché se non si termina correttamente la posizione si puó andare incontro a dolori e a strappi muscolari anche seri.
Quando si decide di terminare l'assunzione di questa posizione del Mulino a vento, si deve procedere IN MANIERA ESTREMAMENTE LENTA a far scendere lateralmente le braccia (che rimangono sempre dritte) fino a portarle lungo i fianchi. Ripeto, tale movimento, svolto nel tempo di molte respirazioni complete, va realizzato in maniera ultra rallentata per dare la possibilitá ai muscoli di distendersi con estrema gradualitá.

Questa modalitá potrá sembrare molto difficile da realizzare, soprattutto se ci troviamo in una condizione di forte dolore o comunque di intenso fastidio ai muscoli delle spalle e del tronco interessati da questo esercizio, perche la tentazione é quella di scendere in fretta con le braccia per far cessare questa sensazione sgradevole.
Eppure l'esperienza, non solo mia, ma di tutti coloro che hanno sempre assunto questa posizione, all'interno di una seduta yoga, suggerisce e consiglia di seguire alla lettera la giusta conclusione, facendosi aiutare dal flusso della respirazione.

Se si riuscirá ad eseguire correttamente tutte le fasi di questa posizione, vi ritroverete, al termine, con solo un minimo indolenzimento che sparirá nel giro di qualche minuto.

Come si raggiungono tempi alti in questa posizione?
Con la gradualitá e la costanza tipiche di tutte le azioni intraprese con un obiettivo ben chiaro e definito.
Cosí come la pratica dello Sri Murni porta buoni risultati se svolta tutti i giorni, cosí la pratica della posizione del Mulino a vento, se realizzata di frequente e aumentando il tempo di mantenimento, ogni volta di circa 20-30 secondi, ci consente di arrivare ben oltre i 7 minuti. Allo stato attuale riesco a mantenerla per 13 minuti, ma non escludo la possibilitá di migliorare questo tempo ulteriormente.

Quali sono i vantaggi?
Dal punto di vista fisico abbiamo un rafforzamento di tutta la muscolatura della parte superiore del corpo.
Dal punto di vista psicologico si rafforza la volontá, la capacitá di resistere intelligentemente al dolore e di fare economia di ogni atomo di forza ed elasticitá del proprio corpo.

Consiglio quindi di abbinare questa semplice, ma intrigante posizione yoga alla pratica dello Sri Murni, per approfondire cosí la conoscenza della respirazione, del controllo della nostra volontá e del nostro corpo.

P.S. Il  consiglio del M.o Maltese ha anche un'altra valenza, questa volta rivolta nello specifico alla resistenza al dolore stesso. Non andare nella direzione del dolore vuol dire anche non focalizzarsi sulla sensazione del dolore (altrimenti questa aumenterá velocemente), ma su qualcosa di totalmente altro, che possa convogliare le energie e la nostra attenzione su elementi potenzianti.

Buono Sri Murni a tutti.
cyberpanc

Lo Sri Murni come sistema di tonificazione muscolare

Possiamo utilizzare lo Sri Murni per tonificare i muscoli del nostro corpo?
La risposta puó essere, almeno in parte, affermativa.

Non stiamo parlando di tutte quelle routine di riscaldamento che un istruttore puó legittimamente proporre nelle sue lezioni, prima di procedere nello specifico a svolgere i sigilli.
Stiamo parlando della valenza tonificante degli stessi 13 sigilli, realizzati in una particolare modalitá.

Le indicazioni che vi trasmetto in questa pagina fanno riferimento alla metodologia che ho avuto modo di sperimentare personalmente, sotto la guida di questo testo:

Build muscles without weights: the complete book of dynamic self-resistance training exercises, di David Nordmark. (qui trovate il link su Amazon per l'ebook: https://goo.gl/DHRLuR )

In particolare, nelle pagine introduttive si fa riferimento a un concetto che spesso troviamo applicato nello Sri Murni (ma non solo): 

"When performing any isotonic exercise there are two factors you really need to focus on in order to gain maximum benefits and muscle growth. These factors are your breath and mind." (ibidem)

Quindi, quali sono i fattori che permettono di ottenere il massimo beneficio dagli esercizi di tipo isotonico? La focalizzazione della nostra attenzione sul respiro e sulla mente.
In un altro passaggio troviamo scritto:

"When your mind is focused on muscle growth they will respond much more quickly."

Se ci focalizziamo sullo sviluppo del muscolo, durante l'esecuzione dei nostri esercizi, allora possiamo provocarne uno sviluppo, una crescita piú accentualta.
Torna in evidenza il concetto di consapevolezza, di attenzione correttamente focalizzata su un obiettivo.

Ora, concretamente, come possiamo applicare questo suggerimento allo Sri Murni e utilizzarlo cosí per tonificare, rinforzare la muscolatura del nostro corpo?

Teniamo presente che nella pratica dello Sri Murni emerge in ogni caso una differenza di impiego fra la parte inferiore del corpo e quella superiore. É vero che tutto il corpo si fa veicolo, passaggio dell'energia presa dalla terra, dell'energia risultante dalla percussione del piede sul terreno, ma, a differenza di moltissime altre arti marziali, nello Sri Murni, per esempio non sono contemplati colpi con i piedi, con le gambe (calci di ogni tipo non sono presenti).

Ci si potrebbe quindi chiedere in che misura possiamo pensare di allenare i muscoli della parte inferiore del corpo se non li sottoponiamo a lavoro muscolare significativo (o che per lo meno appaia tale)?

La risposta sta nella pratica degli esercizi di self-resistance (auto resistenza).
In molti di questi esercizi si compie il movimento cercando di coinvolgere tutti i muscoli della parte presa in esame, anche ponendoli uno contro l'altro.
Per esempio se dobbiamo spostare le mani verso il basso partendo dall'asse centrale del corpo (come per esempio nel saluto iniziale dello Sri Murni) possiamo immaginare di dover spingere verso il basso un peso considerevole e si attiveranno tutti i muscoli che si attiverebbero se lo dovessi spingere veramente, tale peso.

  1. La logica che ci guiderá quindi sará del tipo "come se":
  2. esegui il primo sigillo "come se" tu dovessi spingere verso l'alto un peso considerevole;
  3. esegui il secondo sigillo "come se" tu dovessi spingere in avanti il peso;
  4. esegui il terzo sigillo "come se" tu dovessi spingere verso il basso e lateralmente lo stesso peso;
  5. il quarto sigillo "come se" tu dovessi spingere lateralmente una persona molto pesante
  6. il quinto sigillo "come se" tu dovessi spingere via da te, nelle due opposte direzioni laterali due persone giganti;
  7. il sesto sigillo "come se" tu dovessi ribaltare un gigante di muscoli e ciccia;
  8. il settimo sigillo "come se" tu dovessi spingere il tuo gomito cosí forte da perforare un muro;
  9. l'ottavo sigillo "come se" tu dovessi spingere in avanti e verso l'alto con una forza pari a superman;
  10. il nono sigillo "come se" tu dovessi colpire e annientare, schiacciare un cavaliere con tanto di armatura;
  11. il decimo sigillo come se tu dovessi schiacciare fra le tue mani (cielo e terra) un blocco di acciaio massiccio;
  12. l'undicesimo sigillo "come se" tu dovessi spingere verso l'alto e di lato il calcio possente e ciclopico di un gigante;
  13. il dodicesimo sigillo "come se" tu dovessi tirare verso la tua fronte un TIR a pieno carico;
  14. il tredicesimo sigillo "come se" tu dovessi spingere in avanti un elefante bloccato davanti a te.

Si consiglia a questo proposito una esecuzione medio-lenta cosí da potenziare l'effetto del sigillo in termini di contrazione e lavoro muscolare.

E per quanto riguarda il discorso della parte inferiore del corpo?
In questo caso basterá eseguire il passo base in maniera rallentata, immaginando di avere le spalle caricate di un notevole peso e cercare di essere il piú omogenei possibili per sfruttare al massimo le conseguenti contrazioni muscolari che si generano dall'attenzione focalizzata sui propri muscoli.

Come eseguire concretamente questa modalitá?
Io consiglio di procedere con una prima serie unicamente di passo base, cui far seguire una serie completa dei 13 sigilli. In questo modo si ha la possibilitá prima di allenare la parte bassa del corpo e poi unire al lavoro anche la parte alta.

Alla fine di queste due prime serie, se svolte correttamente, ricercando la migliore armonia e fluiditá dei movimenti, potremmo notare anche qualche indolenzimento o stanchezza muscolare.
Per questo consiglio di eseguire dopo, un minuto di Getaran, o scuotimento, per aiutare il corpo a liberarsi di eventuali contratture accentuate dalla pratica sopra descritta.

Si procederá poi con l'esecuzione delle successive due serie complementari (serie con il passo base + serie dei 13 sigilli svolti cominciando con l'altro piede, rispetto a quello con cui si é iniziata la seconda serie).
Anche qui, dopo l'esecuzione di queste due altre serie, si consiglia un minuto di Getaran per liberarsi da eventuali contratture.

Durante l'esecuzione di tali serie potrebbe aumentare sensibilmente la percezione del flusso energetico lungo il corpo, in quanto amplificato dalla contrazione volontaria dei muscoli.

Tutto il movimento, va comunque svolto con la giusta lentezza, per mantenere la corretta consapevolezza sul lavoro muscolare che stiamo svolgendo.

Al termine di queste attivitá potrete aggiungere l'esecuzione, in modalitá flow, di due serie complete dei 13 sigilli, questo per sciogliere l'intero complesso dei muscoli interessati dal lavoro precedente e per diluire l'affaticamento muscolare con una pratica piú dolce e rilassante.

Avendolo sperimentato di persona, posso affermare che una sessione di lavoro di Sri Murni cosí organizzata consente di:
  1. comprendere meglio il ruolo di tutti i muscoli interessati nell'esecuzione di tutte le fasi dello Sri Murni
  2. rinforzare gradualmente (se tale pratica viene svolta con assiduitá e costanza) l'insieme dei gruppi principali di muscoli;
  3. potenziare l'effetto benefico sul sistema neurovegetativo in quanto si va a sollecitare maggiormente tutti i settori principali del nostro corpo.

Invito quindi alla lettura dell'ebook riportato sopra e alla sperimentazione di tale modalitá anche applicata allo Sri Murni.

Vi ringrazio dell'attenzione
Buono Sri Murni a tutti.
cyberpanc

mercoledì 19 aprile 2017

I possibili target di fruitori dello Sri Murni

Ma perché una persona dovrebbe interessarsi allo Sri Murni?
Proviamo a delineare i possibili fruitori di questa disciplina, coloro che potrebbero trarne vantaggio in qualche modo.

Partiamo da coloro che, per diversi motivi, sentono l'esigenza di praticare una disciplina che consenta di raggiungere un buon grado di rilassamento psicofisico senza peró doversi sottoporre a un training difficile: lo Sri Murni permette a chiunque di avvicinarsi alla sua pratica, senza la richiesta di possedere chissá quali capacitá atletiche.

La pratica dello Sri Murni é rivolta anche a tutti coloro che desiderano accostarsi alle discipline dell'energia interna senza rimanere invischiati nelle pastoie iniziatiche ed esoteriche di altri stili e/o discipline di quella stessa area (indonesiana) o cinese. Lo Sri Murni offre, nella sua semplicitá, un sentiero chiaro e lineare al perfezionamento del movimento armonico e alla consapevolezza delle potenzialitá del proprio corpo.

Chi pratica Sri Murni impara ad ascoltare il proprio corpo, la risposta che esso fornisce alle sollecitazioni, ai 13 sigilli, alla respirazione controllata del Kunci. Si impara poco alla volta a ripetere le pratiche, i movimenti, le routine che provocano benessere e rilassamento del corpo e della mente, anche durante lo svolgimento delle attivitá quotidiane.

Si impara a concepirsi come un tutt'uno dove i tre piani (quello fisico, quello emotivo e quello mentale) imparano a dialogare fra loro e a condizionarsi vicendevolmente in senso positivo.
Quando, infatti, desidero aumentare la presenza a me stesso, posso aiutarmi tenendo il Kunci. Automaticamente questa pratica, mi dispone in un atteggiamento che richiama l'attenzione sull'essenzialitá del mio essere, sulle cose importanti.

Lo studio della respirazione legata al Kunci consente a chi pratica lo Sri Murni di aumentare la consapevolezza anche di tutto il complesso degli organi interni, della propria muscolatura addominale profonda, del proprio equilibrio (sia fisico, ma anche mentale ed emotivo).
Ogni cosa é collegata alle altre e nello Sri Murni si fa concretamente esperienza di questa connessione profonda e permanente.

Le persone anziane, chi soffre di osteoporosi o chi desidera in generale mantenere o migliorare la consistenza ossea dei propri arti inferiori (delle gambe) trarrá enorme vantaggio dalla pratica costante ed oculata dello Sri Murni: senza forzare, ma con costanza, con percussioni sempre piú misurate e gradualmente decise avrá modo di rinforzare il tessuto osseo. Si tratta di un effetto riscontrato anche sugli astronauti di ritorno dalle missioni spaziali: notoriamente, dopo una lunga permanenza nello spazio, la consistenza ossea degli astronauti diminusice considerevolmente e le ossa divengono molto piú fragili.
Si é visto che la pratica dello Sri Murni ha aiutato queste persone a riacquistare piú rapidamente la giusta consistenza ossea, grazie alla costante ripetizione corretta del passo base (e dei 13 sigilli).

Lo studio dei 13 sigilli con esecuzione ultra rallentata (e, se possibile, ad occhi chiusi) consente, a chi pratica Sri Murni, di acquisire, potremmo dire, un notevole dominio del proprio corpo nello spazio. In particolare, mentre si rimane con gli occhi chiusi, si ha la concreta possibilitá di fare l'esperienza del proprio equilibrio interno, concentrando tutta la propria attenzione sul baricentro e sulla tenuta del Kunci.
Nessuno ce lo puó insegnare: dobbiamo con tanta pazienza e costanza, metterci in ascolto del nostro corpo e "captare" il momento in cui riusciamo a essere totalmente allineati con il nostro asse centrale e il nostro baricentro. Cosí facendo impareremo gradualmente a far coincidere l'equilibrio fisico con quello mentale ed emotivo, fino a percepire chiaramente l'ondata di benessere psicofisico che si irradia, salendo dai piedi, fino alla sommitá della testa.

Non sono qui a dire che lo Sri Murni é la soluzione a tutti i problemi dell'uomo, ma desidero insistere su questo punto: lo Sri Murni rappresenta un sistema di indagine e crescita personale semplice (ma non banale), completo e appagante, a disposizione anche di chi non ha mai praticato prima alcuna attivitá fisica.

Potrá risultare forse un po' noioso per i bambini o i ragazzi abituati a concepire le arti marziali (e lo Sri Murni ha anche il suo "lato marziale") come composte da movimenti e tecniche veloci, dirompenti e potenti.
Chi vuole avere subito un effetto dirompente (dal punto di vista marziale e della difesa personale) dalla pratica dello Sri Murni, rimarrá deluso: bisogna avere la pazienza di osservare e sperimentare con gradualitá, con il proprio corpo. Questa modalitá peró ci dá la garanzia dei risultati perché é rispettosa dei tempi del nostro organismo, che, come una pianta, ha bisogno dei suoi tempi per crescere bene e svilupparsi secondo il progetto che ne costituisce l'essenza.

C'é poi l'aspetto della difesa personale che é fortemente integrato all'interno del discorso generale dell'energia interna (Tenaga Dalam). La pratica assidua dello Sri Murni ci permette di utilizzare l'energia interna in abbinamento all'esecuzione dei 13 sigilli per rispondere in maniera efficace a un aggressore.
I sigilli, utilizzati in modalitá veloce, sono altrettanti colpi di un completo sistema di difesa che vede l'impiego prevalente della parte alta del corpo. Come sará ormai chiaro, nello Sri Murni non sono presenti colpi sferrati con i piedi e le gambe, in quanto la parte inferiore del corpo é coinvolta interamente nell'esecuzione del passo base, fondamento della dinamica stessa dell'energia interna. Ricordiamo infatti che per lo Sri Murni, l'energia si prende dalla terra, nella percussione del piede leggermente arretrato.

Anche su questo punto ritengo opportuno precisare che chi si aspetta di diventare un novello Bruce Lee con appena poche lezioni di Sri Murni rimarrá deluso: non ci sono scorciatoie, scappatoie "magiche" per ottenere un controllo assoluto sulla propria emotivitá, sulla propria capacitá di rispondere a un'aggressione in maniera lucida e immediata, senza la costante pratica, non meccanica, ma consapevole.

Ci potrebbero essere anche altri positivi effetti, derivanti dalla pratica assidua dello Sri Murni, ma qui riteniamo opportuno fermarci qui: ciascuno di noi potrá riconoscere tali effetti positivi su se stesso, dopo anche solo poche lezioni, non per quali influssi magici (lo ribadiamo), ma perché la possibilitá di sperimentare questo sistema semplice e completo in sé, consente di migliorare, anche di poco, la propria pratica, di lezione in lezione.

Come si dice in questi casi, provare per credere!

Buono Sri Murni a tutti.
cyberpanc

lunedì 17 aprile 2017

Il "flow" nello Sri Murni

Cos'é il "flow"?
Negli anni '70, uno psicologo americano, M. Csikszentmihalyi, ha cominciato a utilizzare l'espressione Flux (e poi) Flow, per descrivere una serie di esperienze interessanti, significative che spesso i grandi atleti delle piú disparate discipline provavano, durante le loro performances.
Si parlerá poi (ad opera dello stesso Csikszentmihalyi) di "esperienza ottimale".
La possiamo descrivere come una situazione psicologica in cui  la persona é completamente assorbita dal compito che sta svolgendo cosí da dimenticarsi anche del tempo che sta passando. In tale situazione la persona prova un intenso benessere psicofisico unito a prestazioni eccellenti.

Tutte le volte che noi osserviamo i bimbi piccoli durante il gioco abbiamo la possibilitá di renderci conto di cosa significa essere in flow: i bimbi, durante i giochi, sono totalmente concentrati in ció che stanno facendo e tutto ha un preciso significato all'interno della loro attivitá.

Questa situazione la possiamo sperimentare anche da grandi tutte le volte che siamo come rapiti da ció che stiamo facendo o guardando tanto da non renderci conto del tempo che é passato. Alcuni esempi:
  • un gioco con i nostri figli che ci coinvolge particolarmente;
  • uno spettacolo naturale di fronte al quale rimaniamo estasiati e in contemplazione;
  • mentre siamo concentrati totalmente sull'attivitá che stiamo svolgendo gustandoci ogni sua fase;
  • mentre siamo insieme a una persona con cui siamo in piena sintonia;
  • quando eseguiamo la serie dei 13 sigilli dello Sri Murni senza pensare ai vari passaggi singolarmente;

Csikszentmihalyi ci ricorda infatti che una delle caratteristiche del flow (dell'esperienza ottimale) é "l'assenza di auto-osservazione giudicante", cioé quel dialogo interno fra un io che agisce e un io giudicante che esamina ogni movimento ed esprime giudizi di valore.

Quando sono immerso nel flusso dei 13 sigilli, non mi fermo a pensare "adesso faccio questo..." o " mmmhhh, non é venuto bene questo sigillo..." ecc...
Quando sono nel flusso dell'esperienza ottimale dello Sri Murni la mia attenzione si focalizza sul Kunci, sulla respirazione che é in costante sintonia con il movimento. Possiamo infatti dire che il movimento segue la respirazione, ne é una diretta emanazione.

Lo stato di Flow ci permette di svolgere i sigilli senza soluzione di continuitá, come se fossero un unico movimento.
Infatti, se ci pensate, la posizione finale di ciascun sigillo permette di passare agevolmente, senza interruzione del flusso del movimento, al sigillo successivo.

Potremmo anche realizzare una modalitá particolare di esecuzione dei 13 sigili, dove non vi sia cesura fra ogni singolo sigillo e dove la percussione e il successivo colpo operato con la parte superiore del corpo siano armonizzati in un tutt'uno, senza scatti o stop di qualunque sorta.
In questo caso lo Sri Murni assume piú i connotati di una danza, di un flusso motorio in cui unico vero movimento é quello della respirazione (inspirazione-espirazione). Il Kunci diventa il fulcro attorno al quale ruota tutta la pratica.

La sensazione che si prova in questo caso é di notevole benessere psicofisico in quanto é tutto il nostro corpo a partecipare a questo flusso motorio e vengono messe da parte tutte le possibili preoccupazioni di carattere esecutivo.

Risulta ovvio che questa modalitá di esecuzione riuscirá piú facile quando la serie dei 13 sigilli sará diventata parte integrante del mio corredo di movimenti conosciuti. Non devo infatti bloccarmi in alcun modo, per esempio, per chiedermi "quale sigillo devo fare ora?"

Se non ci sentiamo sicuri di poter eseguire senza pensarci l'intera serie dei 13 sigilli, possiamo limitarci a eseguire uno o due sigilli insieme, ripetendo fino alla fine tale mini serie. Potremmo scegliere due sigilli che che si appaiano facili da eseguire in continuitá di movimento.
Alcuni esempi:
  • 4 sigillo + 5 sigillo
  • 1 sigillo + 8 sigillo
  • 2 sigillo + 5 sigillo
  • 6 sigillo da solo
  • 7 sigillo da solo

Queste sono solo alcune delle possibili combinazioni che si possono utilizzare per sperimentare il flow durante l'esecuzione dello Sri Murni.

In questo caso la nostra attenzione sará concentrata sempre piú (durante le varie serie che decidiamo di eseguire) sulla sensazione stessa di flusso, come se si trattasse di un fiume (il nostro movimento) che non intendiamo interrompere in alcun modo.
I movimenti saranno all'insegna della delicatezza, della fluiditá e dell'armonia del tutto.
Si tratterá di un'esecuzione quasi rallentata (o anche a velocitá normale) dove l'obiettivo é quello di integrare al massimo i movimenti di ciascun sigillo in un unico fluire.

La sensazione di pieno benessere psicofisico deriva in massima parte da queste premesse.

Buono Sri Murni a tutti
cyberpanc

mercoledì 12 aprile 2017

Visualizzazioni utili nella pratica dello Sri Murni

Date un'occhiata a questa immagine qui sotto:



Si tratta della rappresentazionen grafica di un toroide (la forma geometrica che vedere riprodotta con le linee curve bianche.  In realtá ve ne sono due, di toroidi, uno dentro l'altro e il centro di questo campo di forze (alcuni parlano di vero e proprio campo elettromagnetico generato dagli impulsi elettrici) é il cuore.

Ora io mi fermo qui. Non sono interessato in questa sede ad approfondire questo discorso dei campi elettromagnetici toroidali.
Mi preme sottolineare che, sul piano meditativo, la visualizzazione di questo toroide che ci circonda continuamente, come se fossimo immersi in una ciambella di forze, puó essere estremamente efficace nella pratica dello Sri Murni.

La visualizzazione all'interno della pratica meditativa
Quando ci apprestiamo a meditare, possiamo farlo in diversi modi.
Possiamo concentrarci sul nostro respiro e osservare l'aria che entra ed esce dalle nostre narici, dal nostro corpo. In questi casi ci viene spesso consigliato di visualizzare l'aria pura che entra e le scorie che vengono poi liberate con l'espirazione. Visualizziamo cosí l'effetto disintossicante e rivitalizzante della nostra respirazione.

Possiamo concentrarci sul flusso ininterrotto dei nostri pensieri, non tanto con il proposito di arrestarlo (sarebbe, in molti casi, assai arduo, quasi come pretendere di fermare il vento con le mani), quanto con l'obiettivo di visualizzarli (i pensieri) come se fossero nuvole che scorrono nel cielo azzurro. Nessuna di essere sará oggetto di particolare attenzione da parte nostra, ma osserveremo quindi il loro fluire nella nostra mente cosí come osserviamo il passaggio delle nubi nel cielo in una meravigliosa giornata ventosa.

Visualizzazione e Sri Murni
Uno dei momenti in cui possiamo applicare la visualizzazione é il saluto iniziale, quello che si esegue ogni qualvolta si comincia la pratica dei 13 sigilli (in qualunque forma decidiamo di eseguirli).
Anche in questo video (https://youtu.be/9jSrW1IX9Cs) esplicativo dell'intera serie dei 13 sigilli si vede chiaramente (all'inizio del video stesso) il saluto: partendo dalla posizione eretta (piedi uniti), con le braccia lungo il corpo, inspiriamo e solleviamo le braccia distese lungo i fianchi fino a portare le mani in alto (sempre con le braccia distese) sopra la nostra testa.
Non interrompendo in alcun momento il movimento, facciamo scendere (ora piegando i gomiti) le braccia lungo l'asse centrale del corpo, unendo nel contempo i palmi delle mani nel gesto universale della preghiera.
In questo movimento discendente, si trattiene il respiro fino a che le mani non sono scese a livello del cuore. Da quel momento, proseguendo la discesa delle braccia (a un certo punto le mani si staccheranno l'una dall'altra), si espira e, contemporaneamente si divarica leggermente la gamba sinistra portando i piedi allineati con le spalle.
La posizione finale sará quella eretta, con gambe leggermente divaricate e braccia di nuovo lungo il corpo.

Il movimento che abbiamo descritto disegna in effetti un toroide nell'aria, o per lo meno, possiamo immaginare che le nostre braccia siano passate all'interno dello spazio disegnato dalla sovrapposizione di quei due toroidi che sono raffigurati nell'immagine all'inizio dell'articolo.

Durante l'esecuzione del saluto, possiamo cosí aiutarci con la visualizzazione di questo movimento lungo il toroide, che non é solo un ipotetico campo energetico (per quanto testimoniato dall'effettiva attivitá elettrica del cuore e del cervello), ma una forma che possiamo dare al nostro pensiero, alle immagini che visualizziamo nella nostra mente per comprendere meglio il flusso di energia, la direzione del movimento e della respirazione che stiamo eseguendo in contemporanea, in quel momento.

La visualizzazione di questo toroide ci aiuta cosí a percepire piú distintamente le linee di esecuzione corretta del movimento, ma, nello stesso tempo, la direzione del nostro respiro in relazione al movimento stesso (inspirazione nella fase ascendente, trattenimento del respiro nella prima fase discendente e, infine, espirazione, dalla posizione delle mani vicino al cuore, fino alla fine del saluto).

Visualizzare questo toroide aiuta anche nell'esecuzione stessa del passo base, a percepire il corretto allineamento della colonna vertebrale e di tutto il nostro apparato scheletrico, non solo per evitare di incorrere in fastidiosi dolorini alle articolazioni (derivanti da questo mancato allineamento), ma per avvertire maggiormente il flusso di energia e di benessere che si diffonde lungo tutto il corpo, fino alla sommitá del capo, quando lo stesso passo base sia eseguito correttamente.
 
Se richiamiamo alla nostra mente i movimenti introduttivi di diverse discipline orientali (penso qui solo al Tai Chi e al Qi Gong), possiamo anche in questi casi inscrivere tali movimenti all'interno di un toroide di forze che circonda il corpo del praticante.

Lascio ad altri il compito di indagare sui riscontri oggettivi che tale campo magnetico possa avere e manifestare. A me preme solo sottolineare l'importanza della visualizzazione per una corretta esecuzione di molti dei movimenti dello Sri Murni.

Buono Sri Murni a tutti 
cyberpanc

mercoledì 5 aprile 2017

Armonia del movimento, armonia interiore

Una delle grandi domande che mi hanno sempre affascinato è stata quella di definire se era possibile o meno avere delle conseguenze interiori dalla realizzazione di gesti, movimenti, atteggiamenti esteriori.
Qualcuno potrebbe semplificare il tutto chiedendosi: "l'abito fa (o non fa) il monaco?"

Nella mia pratica frequente dello Sri Murni, del Tai Chi e dello Yoga, sarei portato a confermare la possibilità che a movimenti armoniosi e lenti corrisponda poi, di riflesso, una pace e una serenità interiore acquisita con l'esercizio costante. Ma so che le variabili in gioco sono veramente tante.
Io posso anche terminare la seduta di allenamento con il meraviglioso sorriso rilassato, ma se mi si ripresentano subito dopo le condizioni, le situazioni (o a volte, purtroppo, le persone) che mi creano nervosismo, agitazione o spossatezza, eccomi di nuovo ripiombare in qualche schema mentale poco efficace.

Allora è tutto vano?
Allora non esiste questo effetto "magico" delle discipline orientali che ci permette di vincere le situazioni spiacevoli della vita?

Si e no.
Sì, non esiste questo effetto "magico", se per magico intendiamo una formuletta, un giochino che, fatto una volta, ci permette di risolvere (magicamente, appunto) tutti i nostri problemi.
Non esiste anche perché abbiamo a che fare con abitudini radicate nel nostro subconscio, schemi mentali, opinioni a volte proprio "fossilizzate" su noi stessi e sulla nostra capacità, o meno, di saper risolvere con modalità alternative le situazioni difficili.

Ma anche no. Esiste questa possibilità.
Ma da un altro punto di vista.
Esiste la possibilità di "riaggiustare il tiro" ogni volta che ci rendiamo conto di essere ricaduti nelle cattive abitudini.
Il movimento armonioso del corpo richiama tutto noi stessi a questa grande verità:

siamo il frutto delle tante piccole azioni che ripetiamo tutti i giorni.

Possiamo cambiare le piccole azioni.
Possiamo cominciare a ripeterle ininterrottamente, tutti i giorni.
Possiamo creare nuove abitudini. Più armoniose, più armoniche, più in consonanza e in risonanza con il nostro "meglio", con la versione migliore di noi stessi.

Possiamo realizzare così tante volte l'armonia del corpo, gustare la piacevole realtà del benessere psicofisico derivante dalla pratica di discipline rigeneranti, che la nostra mente comincerà a desiderare sempre più di sperimentare, durante il giorno, queste sensazioni, questa condizione esistenziale di sano rispetto per i ritmi del proprio corpo.
Quindi una virtù non da raggiungere per "dovere", ma perché nulla ci diventa più desiderabile della virtù stessa.

Possiamo imparare a concedere al corpo il tempo necessario per fare le cose fatte bene.
Possiamo imparare a vedere gli impegni come esercizi da eseguire al meglio, senza la foga dell'efficientismo o la fuga del procrastinatore incallito.

Possiamo farlo, tutti i giorni. Non facendoci ossessionare neanche dal desiderio di vedere subito gli effetti dei nostri sforzi.
Il frutto della nostra attività si rivelerà da sé, come la pianta che viene lasciata crescere senza forzare il tempo, i suoi tempi.

Ogni momento è un'occasione per il Kuncì.
Ogni istante vissuto nel Kuncì è un momento di consapevolezza interiore potenziata.
Ogni attività realizzata con la mente disciplinata dalla corretta respirazione e dall'armonia dei movimenti è un'attività ben fatta.
Ogni giornata vissuta in questa ricerca di maggior consapevolezza e di maggior armonia diventa un altro passo in questo viaggio, che avrà una destinazione (che non conosciamo), ma che ora, in questo momento, in questo istante, viene vissuto in pienezza.

Ogni istante, un'occasione.
Ogni attività, un'opportunità.
Ogni esito, un risultato.
Sempre, anche quando falliamo, anche quando non va come desideriamo che vada.
Un risultato da riprendere in mano e da migliorare, anche se di poco.

Anche se impercettibilmente.
Ascoltando il proprio corpo, la propria mente, il proprio cuore.
Agendo per il bene, proprio e delle altre persone.

Buono Sri Murni a tutti
cyberpanc

martedì 4 aprile 2017

Il passo base e l'energia della terra

Corri e il tempo fuggirá davanti a te come una farfalla,
vai piano e ti seguirá come un bue mansueto (antico proverbio indiano)

Il passo base é il fondamento dei 13 sigilli.
Non lo si ripeterá mai abbastanza.
Nel percuotere il piede sul terreno si riceve una risposta di ugual forza e verso contrario che si trasmette per tutto il corpo.
Per questo diventa importante svolgere l'intera struttura del nostro corpo in un lieve movimento a spirale che riporti in posizione frontale le due anche, tenendo conto che i due piedi non sono completamente affiancati, ma uno é lievemente retrocesso rispetto all'altro.
In questo modo, dopo la percussione a terra, nella fase di lieve sollevamento e dispiegamento delle gambe (mai fino all'iirigidimento delle ginocchia, mi raccomando), il corpo e la spina dorsale in particolare, descrivono un lieve movimento a spirale ascendente che coinvolge tutte le giunture (caviglie, ginocchia, anche, bacino, spalle e collo).

Se il movimento é corretto abbiamo la netta sensazione di un flusso energetico interno che scorre rapidamente lungo tutto il corpo fino alla sommitá della testa. Si avverte una sensazione quasi di lieve formicolio piacevole, come quando siamo avvinti da un'emozione positiva e pervasiva.

Tale dinamica la si avverte in particolare quando eseguiamo il passo base con movimento ultra rallentato. Sembra un paradosso in quanto in quella situazione la spinta che riceviamo dal terreno non sembrerebbe tale da giustificare la presenza di questo effetto positivo, eppure entra in gioco anche un altro fattore: la visualizzazione dell'energia che sale attraverso il corpo e si trasmette a tutte le sue parti fino alla sommitá del capo.

Potrebbe anche non arrivare subito, potrebbe essere necessario provare e riprovare diverse volte, tantissime volte prima di arrivare alla percezione del flusso di energia che scorre perché si é realizzato il moviimento corretto.

Una volta che si sará riuscito ad avvertire questo effetto allora, potremmo dire, che non si smetterá piú di desiderarne ancora: si tratta di una piacevolissima situazione nella quale il movimento del nostro corpo comunica armonia anche alla nostra mente.

Il sigillo va visto quindi come uno sviluppo successivo del passo base.

SI potrebbe veramente fare un ciclo intero di lezioni solo sul passo base per imparare a percepire sempre meglio l'energia che si distribuisce per tutto il corpo e lo illumina internamente di nuova vitalitá.

Il movimento delle braccia e della parte superiore del corpo, che realizzano il sigillo rappresentano la realizzazione concreta di un flusso di energia che chiede di uscire da qualche parte.
Noi possiamo visualizzare l'energia che, partendo dalla terra, esce dal nostro capo, ma anche dalle nostre mani, mentre eseguiamo il sigillo.

Ecco perché ritengo opportuno insistere molto sull'esecuzione ultra rallentata dei singoli sigilli. Dobbiamo diventare il movimento in ogni istante della nostra esecuzione. E' come entrare in un altro modo di vedere le cose; il tempo stesso si rallenta e comincia a seguirci come "un bue mansueto" (tratto da un antico proverbio indiano).
Iin questo modo abbiamo il tempo (ci diamo il tempo) di osservare il movimento nel nostro corpo, in ogni istante. Impariamo cosí a vedere i momenti di incertezza non con l'affanno di chi deve per forza essere perfetto, ma con la tranquillitá di chi sa che ha tutto il tempo a disposizione per lavorarci su, per migliorare.

Ecco la grande rivelazione di questa pratica, dello Sri Murni, quando lo eseguiamo in modalitá ultra rallentata: siamo qui, nel presente, per realizzare la forma migliore che ci é concesso realizzare, con quello che conosciamo, con quello che siamo.

La bellezza del movimento nasce dall'esserci stesso del movimento, del corpo che si fa strumento di crescita interiore e ci consente di sperimentare nel profondo l'idea di armonia.

Ecco ció che per me vuol dire meditazione dinamica.

Buono Sri Murni a tutti

lunedì 3 aprile 2017

Il Kuncì per la meditazione yoga

Chi di voi pratica yoga?
Chi di voi ha provato o la posizione dell'eroe o quella del loto?
Vi siete mai trovati nella situazione di avere la schiena ricurva, dopo alcuni minuti di mantenimento di una delle due posizioni citate prima?

A me é capitato spessissimo e questo é sempre stato uno dei motivi che mi portava a preferire altre posizioni, che mi evitassero il dover mantenere per molto tempo le gambe (variamente) incrociate.

Uno degli errori che spesso vengono segnalati, in particolare per la posizione dell'eroe, cioé quella posizione dove una sola caviglia sta sopra all'altra gamba, é quello di contrarre i muscoli interni delle gambe, come riflesso condizionato dalla necessitá di evitare di scivolare con il corpo all'indietro.
Quindi, o ci si curva in avanti oppure si tendono i muscoli inguinali per evitare di perdere la verticalitá della spina dorsale. Ma cosí facendo si perde uno dei benefici essenziali di questa posizione: il pieno controllo del corpo e il suo totale allineamento verticale.

Ho provato ad applicare il Kuncí mentre assumevo la posizione dell'eroe e ho avuto una serie di piacevoli sorprese:
  1. la mia colonna vertebrale rimaneva ben allineata;
  2. i miei muscoli interni delle gambe non erano contratti;
  3. non mi faceva male la schiena;
  4. non mi sono stancato durante tutto il tempo di mantenimento della posizione.

Sono infatti riuscito a mantenere tale posizione per 30 minuti esatti.

Il Kuncí va mantenuto per tutto il periodo di assunzione dell'asana, facendo di tanto in tanto qualche pausa per decontrarre le pelvi. In questo modo si esercita un benefico massaggio sugli organi interni potenziando anche il fuoco interno intestinale, grazie proprio alla respirazione associata alla pratica del Kuncí stesso.

Nella posizione dell'eroe si percepisce poi in maniera chiara quell'ipotetico "palloncino" che dobbiamo gonfiare nelle 6 direzioni e che si trova all'altezza delle nostre pelvi.
Piú si riesce a percepire questa cosa e a realizzare il movimento respiratorio adeguato, e piú l'intero nostro corpo diventa capace di mantenere tale posizione per un tempo notevole, trasformandosi in un unico blocco granitico, ma nello stesso tempo, dinamico.

La respirazione si fa piú profonda, consapevole e mirata al raggiungimento di una perfetta integrazione di tutte le parti del nostro corpo. Si ha quasi la sensazione che tutto il nostro corpo partecipi attivamente (come in effetti é...) al processo della respirazione.

Le braccia, appoggiate dolcemente sulle ginocchia diventano cosí gli elementi di completamento della posizione, dandoci la dimensione nello spazio, del nostro corpo. Percepiamo il contatto delle mani, dei polsi con le ginocchia. Sentiamo la connessione dinamica fra polsi, braccia e spalle con tutto il resto del corpo, ogniqualvolta si respira. Ecco allora che ci si concentra (dopo alcuni minuti) maggiormente sulla respirazione, quasi a consolidare sempre piú, l'intero assetto virtuoso che ha assunto il nostro corpo nell'asana.

Dopo i miei 30 minuti, la mente era rilassata, vigile e aperta. Il torace e tutti gli organi interessati dalla pratica respiratoria godevano di una piacevole sensazione di freschezza e vitalitá. L'addome e le pelvi erano piacevolmente massaggiate e rinforzate.

Ricordo solo che il Kuncí prevede che si mantenga l'espansione della parte bassa dell'addome anche durante l'espirazione. Se questo da un lato richiede un certo allenamento, dall'altro fornisce un ottimo supporto alla pratica meditativa che spesso viene associata all'esecuzione di questa asana. Infatti la pratica costante del Kuncí per tutto il periodo di immobilitá nell'asana, consente di potenziare la concentrazione sulla respirazione, aiutando cosí la mente a distogliere le sue energie e la sua attenzione da cose "altre" e futili.

Come sempre l'elemento fisico, corporeo, aiuta a rasserenare la mente e a permetterle di indirizzare le proprie energie verso una migliore gestione di ogni sistema del nostro organismo.
 
Buono Sri Murni a tutti!
cyberpanc 

sabato 1 aprile 2017

Kunci e Tembak nella camminata

Chi di voi pratica la camminata? Quella semplice, fatta principalmente per sgranchire le gambe, respirare aria buona e distogliere lo sguardo e la mente dagli impegni e dalle tensioni della quotidianitá.

Ora che le giornate si stanno facendo piú soleggiate e le ore di luce a disposizione stanno aumentando, sarebbe veramente un peccato non sfruttare questa occasione per stare in mezzo alla natura e riappropriarci di una delle fondamentali esigenze dell'essere umano: stare all'aria aperta e respirare a pieni polmoni.

Ultimamente ho ripreso anche io a camminare (di passo deciso e cadenzato) e ne ho da subito assaporato gli innegabili vantaggi:
  • diversi piccoli disturbi fisici sembrano evaporati alla luce del sole,
  • la percezione del piacere fisico di potersi muovere in maniera armoniosa é impagabile, 
  • il piacere del respirare a pieni polmoni e sentire l'effetto corroborante di questa iniezione di ossigeno sul nostro corpo é impagabile.

Come molti di voi faranno, mentre svolgono attivitá fisica, anche io mi sono messo un paio di cuffie e mi sono ascoltato una musica adatta al mio passo di camminata.
In questo caso avevo a disposizione questo brano che vi segnalo. Non si puó certo dire che sia uno di quei brani che spesso vengono associati all'attivitá fisica all'aria aperta, ma siccome mi é utile anche durante le mie sessioni di Sri Murni e ha un ritmo ben cadenzato, ho deciso di utilizzarlo per le mie sessioni di camminata.

Ecco il link su Youtube: https://youtu.be/256jV9x_Kzo

Ovviamente potete scegliere qualunque altro brano, che riterrete piú adatto per la vostra attivitá all'aria aperta.
Quello che mi interessa condividere con voi in questo post riguarda l'utilizzo del Kuncí e del Tembak nella camminata.

Quando si cammina con un certo ritmo e si ascolta una musica che naturalmente ci spinge a mantenere tale ritmo, anche la respirazione va adeguata alla scansione che si siamo dati: tanti passi per l'inspirazione, tanti per l'espirazione. La regolaritá del respiro aiuta l'attivitá nel suo complesso a restituirci il massimo vantaggio.

E fin qui siamo tutti d'accordo.

L'aspetto innovativo che intendo proporvi é quello di utilizzare il Kunci (per brevi tratti del percorso) e fare pratica con il Tembak, proprio mentre espirate.
Come abbiamo detto altrove, il Tembak si puó descrivere come una piccola esplosione, un piccolo sparo.
A livello di respirazione corrisponde a un'emissione fulminea e percussiva di poco fiato, durante l'espirazione. Un po' come se si mimasse un colpo di tosse controllato, ma facendo uscire l'aria dalle narici.

Come applicare Kuncí e Tembak alla camminata?
Durante i passi in cui inspiriamo, concentriamo la nostra attenzione sull'espansione della parte bassa dell'addome (zona pelvica) e nei passi che riserviamo all'espirazione produciamo (ogni volta che appoggiamo un piede per terra, un rapido colpo di Tembak, con emissione di fiato dalle narici.

Potremo cosí rilevare i seguenti benefici, rivolti sia alla pratica dello Sri Murni, che al benessere generale del nostro organismo:

- rendiamo ancora piú naturale l'esecuzione del binomio Kuncí-Tembak in un contesto non di allenamento misurato e lento (come magari siamo abituati a svolgere durante le sessioni di Sri Murni). Questo beneficio ci sará piú evidente quando ci occuperemo dell'esecuzione veloce e con fini di difesa personale dei 13 sigilli;
- aumentiamo l'ossigenazione profonda del corpo concentrando la nostra attenzione sulla parte bassa dell'addome: tale parte, nell'esecuzione del Kuncí si espande sempre piú aumentando la quantitá di ossigeno che introduciamo nel nostro organismo;
- miglioriamo la coordinazione e la capacitá di concentrare la nostra attenzione sulla pratica del Kuncí in quanto abbiniamo tale pratica alla camminata. Questo dovrebbe renderci sempre piú possibile l'esecuzione del Kuncí anche in contesti e situazioni altre (mentre siamo al lavoro, mentre camminiamo per strada, mentre parliamo con qualcuno, ecc...)

Il Kuncí ha innegabili ricadute positive su tutte le nostre attivitá.
Basterebbe infatti l'approfondimento di questa sola pratica per giustificare un maggior interesse verso lo Sri Murni, in quanto emerge sempre piú, al giorno d'oggi, l'esigenza di (ri)acquisire una ritrovata consapevolezza interiore e corporea a fronte di ritmi di lavoro e gestione dei rapporti interpersonali spesso contraddistinti da caoticitá e affanno.

In attesa di vostre osservazioni e commenti, buona camminata e buono Sri Murni a tutti!

cyberpanc

La metafora dell'albero

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